Intervista a Davide Tolasi
Lo street artist Davide Tolasi (Instagram: davide_tolasi), riconosciuto a livello internazionale, sensibilizza l'opinione pubblica italiana alla tutela dell'ambiente e del clima con la sua opera d'arte di 1200 metri quadrati a Cremona. Con KEIM Soldalit-ME, l'artista ha scelto una pittura minerale con effetto fotocatalitico che riduce la concentrazione di inquinanti nell'aria grazie alle sue proprietΓ chimiche e fisiche. Allo stesso tempo, il murale, con i suoi 400 metri di lunghezza e un'altezza di 2,5 metri, Γ¨ il piΓΉ grande murale antismog d'Europa. Tutte le vernici sono state donate dalla filiale italiana KEIMFARBEN Colori Minerali S.R.L.. Nell'intervista ci rende partecipi delle sue idee e dei suoi progetti.
Come Γ¨ arrivato alla sua attuale professione?
Mi sono avvicinato al mondo della pittura da giovanissimo grazie agli insegnamenti di mia nonna materna che si Γ¨ sempre dilettata nella pittura; in etΓ adolescenziale ero rimasto molto affascinato dal movimento dei graffiti, ma Γ¨ stato solo durante il mio percorso di studi in Accademia che sono riuscito a capire quale potesse essere lβinizio della mia ricerca artistica. Ho fatto parte per alcuni anni di un collettivo artistico con il quale ho avuto modo di dipingere murales di grandissime dimensioni in diverse location in Italia e in Europa, poi ho deciso di staccarmi e concentrarmi sulla mia ricerca personale.
Come si svolge la preparazione di un progetto? Quanto tempo dura in media un progetto?
Diciamo che non esiste un processo standard, dipende molto dal contesto e da cosa devo realizzare. Parto quasi sempre dal riflettere sugli aspetti concettuali che voglio rappresentare, quindi ricerca di informazioni e input di vario genere che possano stimolare poi la mia fase creativa, nel mentre inizio a studiare la superficie su cui dovrΓ² intervenire valutando il contesto paesaggistico in cui si trova, analizzando i colori del paesaggio, le forme, i punti di vista, etc. La fase finale Γ¨ quella di fare incontrare lβaspetto razionale (quindi lβanalisi) e quello concettuale, per dare forma al progetto. La durata Γ¨ molto varia, dipende ovviamente dalla complessitΓ e dalle dimensioni dellβopera da realizzare; ultimamente prediligo interventi di piccole dimensioni, perchΓ¨ in questi riesco a ritrovare un aspetto molto intimo della pittura che mi affascina; ma in passato ho realizzato anche progetti su cui ho lavorato per diversi mesi.
Quali sono le maggiori difficoltΓ che si incontrano?
Infinite! Per ogni cantiere cβΓ¨ una problematica diversa, dai problemi tecnici che puΓ² avere la parete su cui bisogna dipingere, al meteo, diciamo che non ci si annoia mai!
Qual Γ¨ stato finora il suo progetto piΓΉ grande e/o piΓΉ bello?
Quando mi invitano nelle scuole a parlare dei miei lavori e i bambini mi fanno questa domanda rispondo sempre βquello che farΓ² domaniβ, perchΓ¨ credo che come in ogni cosa, anche in questa disciplina di volta in volta ci sia un evoluzione in meglio. Ad ogni modo vado molto fiero di βIncipitβ lβultimo lavoro che ho realizzato per la stazione dei bus di Soncino, anche se dovendo parlare di grandezze penso che il dipinto βConcordiaβ sarΓ imbattibile, visto che stiamo parlando di un dipinto di 1085 metri quadrati.
Qual Γ¨ stata la sfida in assoluto piΓΉ grande? Ci sono momenti in cui a volte desideri avere un lavoro diverso?
Dal punto di vista tecnico sicuramente il progetto βConcordiaβ ha messo a dura prova sia me che gli altri due artisti con cui ho collaborato per progettarlo e realizzarlo. Era una superficie davvero infinita (ci spostavamo in bicicletta da un punto allβaltro del cantiere) e molto complessa perchΓ¨ si trattava di un muro di cinta fatto con lastre di calcestruzzo armato prefabbricate a onde, quindi non una superficie perfettamente liscia. Ma nei primi anni che ho iniziato a dipingere in giro per lβItalia come professionista, Γ¨ sicuramente stata una grande sfida βSocialeβ perchΓ¨ in quegli anni la street-art non era cosΓ¬ ben vista come in questo momento, e soprattutto in alcune situazioni, tipo in centro a Milano, bisognava oltre che realizzare lβopera, cercare di sdoganare lo stereotipo del βmurale = vandalismo e degradoβ; anche se Γ¨ passato poco piΓΉ di un decennio oggi Γ¨ sicuramente tutto piΓΉ semplice, e gli abitanti apprezzano tantissimo questi interventi, perchΓ¨ hanno capito il valore che gli stessi danno alla CittΓ . Ad ogni modo non ho mai pensato di fare un altro lavoro, a parte quando per realizzare unβopera bisogna perder tempo con mille faccende burocratiche e istituzionali, ecco in quel momento forse un poβ.
Qual Γ¨ la sensazione che si prova quando un'opera d'arte viene completata?
Non ho ancora provato questa sensazione, ma credo sia qualcosa di simile al crescere un figlio, accompagnarlo alla sua maturitΓ e poi lasciare che percorra la sua strada. Γ una sensazione stranissima, sicuramente molto liberatoria, ma anche molto formativa, soprattutto in progetti di grandi dimensioni durante i quali la parete e il cantiere diventano un poβ casa tua, ti abitui ai ritmi di quellβambiente, alle persone che passano quotidianamente a guardare i lavori, poi arriva il momento di smontare tutto perchΓ¨ i lavori son finiti, e con un poβ di nostalgia abbandoni fisicamente quel luogo, lasciando solo lβopera come traccia del tuo passaggio, e portando quellβesperienza con te.
Come sarebbe un progetto dei suoi sogni se potessi desiderarlo?
Io ho da sempre un grande sogno, dipingere interamente una chiesa. Sono cresciuto a contatto con la religione, e ho una particolare passione per le figure dei santi e le storie che si trovano raccontate sulle pareti e sulle tele di questi luoghi sacri, sarebbe una sfida bellissima progettare e realizzare un progetto di questo tipo con la massima libertΓ creativa.
Cosa le piace di piΓΉ del suo lavoro?
Posso rispondere tutto? In effetti è così, è sempre vario e bilanciato e questo mi permette di trovare sempre una dimensione che mi faccia stare bene: mi permette di essere a contatto con tantissime persone sempre diverse, ma anche di isolarmi e ritrovare la mia intimità ; devo lasciarmi andare dal punto di vista creativo, ma anche rimanere con i piedi a terra, dovendo pensare alla realizzabilità del progetto.
"Se non lasciamo un futuro, abbiamo vissuto invano". Questo Γ¨ il potente messaggio del murale di 1200 metri quadrati a Cremona, inaugurato il 6 novembre 2021.
Cosa la spinge a scegliere i nostri colori?
Innanzitutto la qualitΓ del prodotto, che garantisce una grandissima durabilitΓ nel tempo, ma anche una finitura estetica unica; poi sicuramente lβaspetto ecosostenibile Γ¨
decisamente importante, soprattutto di questi tempi.
Qual Γ¨ il suo prodotto KEIM preferito?
Direi il Soldalit, perchè è veramente un prodotto estremamente versatile e affidabile in ogni applicazione, dalla realizzazione di tinte piatte alle sfumature e velature più complesse.